Lucia Andrea Forni, classe 1986, vive a Milano. Si laurea in Design degli Interni al Politecnico di Milano con una tesi sulla progettazione di un’installazione sonora come forma di architettura effimera. Dopo aver conseguito un diploma in comunicazione visiva presso la Bauer di Milano ed aver lavorato a Londra per il marchio Bulthaup (kitchenarchitecture.co.uk), torna in Italia ed inizia la sua caridesigner.
wnm Non è facile per noi attribuirti una professione, date le tue mille passioni e sfaccettature! Come preferisci definirti?
laf È difficile anche per me. La mia professione nasce, come dici tu, dalle mie passioni e dalle mie esperienze. Ho iniziato a lavorare come grafica già durante l’università, dalla quale invece sono uscita come designer di interni. Credo che nel momento in cui decidi di dedicare la tua vita a questo mondo è difficile fermarti ad una professione singola, ma trovi soddisfazione a spaziare dai set di moda, agli allestimenti effimeri, alla progettazione di negozi o simili. Il punto è che tutti questi lavori in cui mi cimento hanno una matrice comune: la progettazione di un interno, grande o piccolo che sia, strettamente legato all’architettura e alla grafica. Questo è il mio segreto per non annoiarmi.
wnm Che cosa stimola le tue illustrazioni?
laf I miei primi disegni si ispirano all’arte decorativa di Giò Ponti, dalle porcellane al mobilio, dai soffitti alle piastrelle, egli è fonte inesauribile d’ispirazione, nascosto nei dettagli dei suoi progetti c’è sempre qualcosa da scoprire. In generale mi guardo tanto intorno, gli spunti arrivano da differenti fonti. Può essere che da un paesaggio prendo l’accostamento di colori, da un palazzo l’incontro di linee, da un oggetto la forma. Ho abituato la mia mente ad analizzare, stokkare, e rielaborare.
wnm Qual è il tuo primo lavoro di successo che ricordi con maggior orgoglio?
laf Li dividerei per categorie: artisticamente, il primo soffitto che ho dipinto; economicamente, lavorare per Bulthaup a Londra; per grandezza progettuale, QF, lo spazio di cowork & cobaby disegnato in collaborazione con Leonardo Battistini; per divertimento, la vetrina a tema Hunter per Iuter. Mi fermo, tanto li citerei quasi tutti per motivi diversi.
wnm Quanto incidono i colori sulla tua vita?
laf Moltissimo. Nel mio lavoro è parte fondamentale, alla base di ogni progetto vi è sempre uno studio del colore. Sono capace di passare minuti e ore davanti a cartelle, stoviglie, matite, tessuti, piante, divisi per colore. Scelgo persino i detersivi in base ad esso.
wnm Qual è la parola che ripeti più spesso?
laf Credo che sia la congiunzione “e”.
wnm Quale canzone ha accompagnato la tua adolescenza?
laf Dirty Dozen | 80 of us | Shady brothers | Ladies love us | That’s why our baby mothers | Love us but they hate each other | They probably wanna take each other out | And date each other Some-, something, something, something Something, something, something, something
Something, something, something, something
wnm A quale proposta azzardata risponderesti “why not”?
laf Andare in Alaska il prossimo febbraio per aspettare l’aurora boreale dalle 10 pm alle 2 am in tenda, a -16°.
wnm Ci scatteresti due foto una con la tua migliore e una con la peggiore espressione?