Come nasce questo progetto?
Il progetto Banana Graffiti e’ nato ad Hong Kong ed e’ strettamente legato a questa metropoli.
Quando mi sono trasferita qui, ho realizzato che in molti “wet market” mercati locali all’aperto di frutta e verdura, scrivevano il prezzo della banana direttamente sulla buccia, con un pennarello rosso.
L’idea e’ rimasta nella mia testa a lungo. Una notte ho realizzato le prime 4 Banana Graffiti e pubblicato le immagini sui social network. Dopo pochi giorni ho cominciato a ricevere tantissimi commenti, mail e richieste, da tutto il mondo. Ho continuato a creare Banane nuove quasi ogni giorno, e il progetto è cresciuto a dismisura nel giro di pochi mesi.
Banana Graffiti e’ nato nell’ottobre del 2013. Per la prima volta la mia creatività ha trovato espressione in un supporto effimero, organico e temporaneo.
Come definiresti la tua arte?
Ironica, eclettica, temporanea e istintiva.
Sei un italiana trapiantata da alcuni anni ad Hong Kong, come mai hai scelto proprio questa città?
Sono partita nel 2010 con il mio ex ragazzo perché entrambi cercavamo opportunità’ diverse nel campo creativo, e volevamo esplorare questa parte del mondo.
Il pensiero comune e’ che in Italia-Europa il nostro campo era molto saturo e offriva poche opportunità’ interessanti di crescita.
In realta’ lui aveva un contratto di un anno e io invece, pure avendo già 6 anni di lavoro alle spalle, sono arrivata qui ricominciando quasi da zero. E’ stata una delle esperienze più dure della mia vita, ma non ho nessun rimpianto per le mie scelte.
Hong Kong e’ la New York asiatica, solo che va ancora più’ veloce. Sono partita per stare tre mesi e sono qui da cinque anni. Ho fatto esperienze e visto posti incredibili, ho accettato compromessi e mi sono adattata.
Com’è stato ambientarsi in un luogo così diverso e lontano dalle nostre abitudini?
Io dico sempre che Hong Kong non e’ per tutti, ho visto molte persone arrivare e scappare dopo pochi mesi.
I ritmi sono intensi, la vita frenetica, e se non si trova il proprio equilibrio si rischia di venire risucchiati dalla città.
Ma ci sono anche tanti fattori positivi, come la sicurezza incredibile, la possibilità’ di crescere, tutto funziona sempre, essere al centro dell’Asia e poter viaggiare e vedere posti nuovi, le “fughe veloci” dalla citta’, quando in venti minuti ti ritrovi in spiaggia o in mezzo alla natura.
Chi sceglie questo tipo di vita deve adattarsi, ma dipende da cosa cerchi. Hong Kong e’ una metropoli internazionale, trovi tutto quello che vuoi, dal cibo ai servizi, tutti parlano inglese, quindi vivere in altre zone della Cina e’ completamente diverso.
Cosa ti manca del nostro paese e cosa ami di Hong Kong?
Dell’Italia mi manca non poter vedere la mia famiglia ogni volta che voglio, ma limitarmi a quelle due volte all’anno.
Dover fare viaggi lunghi e stancanti solo per stare un po’ insieme; a volte mi manca sentire i grilli dalla finestra e vivere ritmi più’ lenti.
Di Hong Kong amo le “possibilità”, il fatto di vivere in una delle città più sicure al mondo, i trasporti veloci ed economici, essere nel cuore dell’Asia e scoprire posti e culture differenti.
Sapresti consigliarmi i 5 posti più cool da visitare nella tua città?
Tamar Park per una corsa notturna o per un pic-nic davanti al porto
Big Wave Beach per una domenica con gli amici in spiaggia
The Peak, per un po’ di hiking e per ammirare la Skyline Hong Kong dal punto più alto
Il ristorante Din Tai Fung per mangiare i dumplings piu’ buoni e freschi
un giro a Lamma Island in traghetto, per uscire dalla citta’ e ritrovarsi in un villaggio di pescatori e natura incontaminata
Che canzone ha accompagnato la tua adolescenza?
The Fugees “Killing Me Soflty with His Song”, ascoltata per ore infinite. Un pezzo che non mi stanco mai di ascoltare.
A quale proposta azzardata risponderesti WHYNOT?
A qualsiasi proposta che includa pelle d’oca e brividi, e la parola amore.