La settimana dedicata alla #MFW, moda uomo autunno inverno 2020/21, è iniziata a Milano il 10 gennaio 2020 con la sfilata di C.P. Company, terminando con la catwalk di Gucci il 14 gennaio 2020; i numeri registrati anche per questa edizione, sono molto alti: 80 collezioni (di cui 26 sfilate), 54 presentazioni (di cui 5 su appuntamento), 19 eventi moda e 6 eventi culturali.
Una Milano internazionale che ha dato spazio alla creatività di designer affermati ed emergenti, portando una ventata di innovazione ed estro alla città della moda per eccellenza.
Di seguito alcuni dei brand che più hanno lasciato il segno in questa #MFW.
ICEBERG – una festa visionaria
La location scelta da Iceberg svela già qualche caratteristica della sfilata: l’Alcatraz di Milano, nome della prigione più famosa del mondo, fa da sfondo al passaggio della pattuglia multilogo che rompe le regole e si unisce alla folla dei ravers in un party visionario; questo dualismo diventa fusione, con una collezione che vede fondersi il luxury sportswear e le silhouettes militari e formali. La musica cambia e si presentano il piumino icona del brand, in nuove varianti color block, e cappotti con effetti jacquard: oltre ai modelli, su felpe, giacche e cappotti sfilano anche Titti, Silvestro, Taz e altri personaggi iconici del mondo Loonely Tunes, ridisegnati partendo dai disegni originali, ma in colorazione blu e nero degradé. I colori dei modelli punk sport sono bianco, nero e verde foresta, mentre il pezzo iconico è il k-way in tyvek, in grado fondere funzionalità e stile: diventa borsa con la zip a chiusura del fondo e le maniche come spalliere; riferendosi ai gloriosi 90s del brand, Long, oltre ad occuparsi di questa linea, riporta in vita l’iconico ovale del logo Iceberg, facendolo diventare sua nuova firma e presentandolo in versione giallo neon. Il rave party inizia quando entra in scena la capsule collection Art Collection, quindi quando il logo Iceberg diventa trippy e quando vengono reinterpretate le opere dell’artista inglese Eddie Peake: le maglie diventano veri e propri pezzi d’arte e l’artigianalità italiana si fonde con i caratteri dell’artista; i pezzi chiave della collezione sono la maglia Rave! Rave! Rave! e la felpa con il logo Iceberg, reinterpretato con l’iconico carattere “schotch” di Peake: le opere sono mixate allo stile di Long in modo nuovo, in un lavoro a quattro mani in grado di creare qualcosa di nuovo e inaspettato.
MARCELO BURLON – parola d’ordine distorsione
Un mondo a colori quello di Marcelo Burlon, il quale ha fatto sfilare elementi contrastanti uniti a forme pratiche, utili e pensate per performare in un ambiente urbano: i capi sono caratterizzati da stampe, ricami, patch e fiori deformati, ad opera di Mirko Borsche, ma anche da cuciture rigorosamente a contrasto; gli effetti psichedelici sono frutto di motivi folk e pied-de-poule allover liquefatti, i quali si riversano su bomber, maglioni jacquard, camicie, anorak imbottiti, felpe e short: le tasche e i dettagli, per rimanere coerenti con il setting, vengono applicati anche loro in maniera distorta. Alcuni elementi caratteristici della collezione sono piumini riflettenti, giacche monopetto e bomber ricoperti di cristalli Swarovski, mentre le colorazioni mixano pietra, marrone, muschio, sesamo, nero e blu abbagliante, il tutto su stampe colorate. Gli accessori giocano con scala, funzionalità e percezione, mostrando tutta la fantasia dell’artista: i più particolari sono buste in pelle fuori misura, porta Airpod come collane, bottiglie isolate come bracciali, orecchini floreali, cinture utility e sneakers da lavoro firmate anche da Caterpillar; altre collaborazioni presenti in questa #MFW firmata Marcelo Burlon sono Retro Super Future per gli occhiali e Chrishabana per i gioielli.
HAN KJØBENHAVN – back to the 80s
Essere parte della #MFW è un grande traguardo per il brand danese, il quale debutta a Milano con uno show co-ed back to the 80s, anni reinterpretati in chiave nordica: le caratteristiche della collezione sono contrasti e ambiguità, nella quale convivono volumi oversize, silhouette aderenti e stampe importanti. Puntando a un’espansione e crescita internazionale, portando anche la sua moda fuori da Copenaghen, la maison si ispira al buio del paesaggio invernale danese per comprendere il comportamento dell’uomo e i suoi stati d’animo, scegliendo come protagonista il tailoring tra maxi giacche e pantaloni gessati in contrasto con velluti nelle tonalità del viola e del verde.
PRADA – una distopia quieta
Per questa #MFW, Prada crea una collezione dal messaggio “meglio rifugiarsi da qualche parte” e anche in questo caso il setting non può essere separato dall’abbigliamento che sfila sulla catwalk, in quanto anticipa il racconto e lo arricchisce: lo spazio a due livelli comprende due piazze comunicati, sovrastate da una pedana che accoglie gli ospiti, che sembrano quasi vuote, metafisiche e irreali. Il tema per la collezione autunno inverno è Surreal Classic, nel quale il classico si riscontra negli elementi del guardaroba borghese, ovvero camicie, gilet, cardigan, abiti e cappotti, mentre il surreale deriva da abbinamenti e uso dei materiali: i maglioni di lana, invece, sono i classici indossati davanti al camino durante l’inverno, lontano dalle strade e dalla folla; gilet e cardigan di cashmere, ma anche le camicie, non hanno le maniche, lasciando scoperte braccia e spalle, mentre i pantaloni sartoriali hanno le staffe che passano sotto le scarpe e gli impermeabili vengono abbinati con stivali gommati lucidi e valigetta.
FENDI – capi atemporali e sostenibili
La maison modifica cappotti, giacche e pellicce in cashmere attraverso applicazioni di cerniere su lunghezze, maniche e volumi, trasformando anche i pantaloni in bermuda: a quelli classici con pinces viene applicato un pannello che cambia il loro aspetto, facendolo sembrare una gonna lunga adatta alla condivisione con l’eventuale partner; anche gli accessori si possono condividere e perdono la connotazione di genere, acquistando funzionalità che si trasferiscono pure alle giacche: le borse prendono la forma di shopping bag in pelle, diventano mini-bag o aggiungono un piccolo bauletto sul fondo, mentre le giacche si arricchiscono di taschini e creano un capo di abbigliamento che incorpora l’accessorio. Tipico di Fendi è il lavoro sui tessuti, nel senso che il denim viene floccato e assume l’aspetto del velluto, il camoscio viene trattato così da essere molto performante e il cashmere sembra una pelliccia: capi in nylon fotocromatico che cambia colore all’esposizione della luce solare sono invece frutto della collaborazione con l’artista Anrealage.
A COLD WALL – una #MFW dedicata al cambiamento
Il londinese Samuel Ross ha portato il suo brand sulla catwalk milanese: associato allo streetwear, A Cold Wall cresce e prosegue con pezzi su misura, tra cui cappotti in teal color accappatoio, giacche boxy in cotone increspato e abiti sartoriali in una sfumatura zingosa di cobalto; la collezione vuole essere un inno all’abbigliamento maschile, facendo da eco ai movimenti dell’uomo attraverso i vari continenti: tonalità desertiche e tinte che richiamano gli agenti atmosferici sono alla base della collezione, la quale cerca di rappresentare il movimento dell’uomo comune nello spazio. Alcuni pezzi chiave della collezione sono: soprabito apribile double face in verde acqua, abbigliamento da lavoro in materiale misto, gilet e giacca in bronzo con cappucci malleabili foderati in filo metallico e chiusura in pelle anticata M65 particolarmente resistente.