Dolly Noire è un brand italiano fondato nel 2013 da quattro amici classe ’89 cresciuti nella periferia milanese.
Nasce da un’idea che funziona: passione per lo streetwear, divertimento e una buona dose di intraprendenza.
Abbiamo fatto quattro chiacchiere con loro, dalla panchina al monomarca in Ticinese.
Partiamo dalle origini. Come nasce Dolly Noire?
Nasce dall’amicizia, ai tempi dell’asilo. Un giorno ci siamo ritrovati sulla solita panchina a Buccinasco, con un’idea comune in testa: creare una t-shirt che rappresentasse il nostro collettivo. Prodotta per gioco, la vendevamo ad amici e conoscenti. Il guadagno lo investivamo nel secondo prodotto… e così via. Arrivati a 23 anni c’è stata l’opportunità di poter portare il nostro sogno in un percorso formativo promosso da Banca Intesa, finalizzato a trovare nuovi investitori, dove per tre mesi ci hanno insegnato come un’idea di business può diventare un’azienda a tutti gli effetti. Ovviamente, arrivati a fine percorso, ci hanno dato due di picche. Ma non tutto è perduto: c’è chi ha creduto in noi, ed è così che, nel 2013, Dolly Noire SRL è diventata una solida realtà.
Siete la prova concreta che quattro amici di vecchia data, seppur diversi l’uno dall’altro, possono raggiungere qualcosa di veramente interessante insieme, unendo forze e idee. Raccontateci l’episodio più divertente durante una vostra riunione.
Uno dei punti di forza del nostro brand è il team. Naturalmente, ci sono screzi e incomprensioni, ma ci si conosce bene da 20 anni e conosciamo i nostri caratteri, con tutti i pro e contro del caso. Discutiamo tanto, ognuno segue le proprie mansioni e ogni tanto ci si scanna proprio perché ognuno segue il suo – chi vuole vendere di più, chi è arrabbiato per una consegna non pervenuta in negozio o chi è alla ricerca di una nuova strategia. Mi ricordo un paio di riunioni dove ci siamo messi anche le mani addosso o andando via, sbattendo la porta. Ma ripeto, è tutto per il bene dell’azienda. Chi è che non vorrebbe andasse sempre meglio?
Dolly Noire si trova ai piani alti dello streetwear Made in Italy, un successo confermato anche dal fatturato: avete mai pensato di creare una linea più alta del brand con target differenti?
Si, ci pensiamo spesso ad aumentare la complessità dell’offerta. Però, ti dico… nonostante gli obiettivi raggiunti, ci consideriamo sempre all’inizio del percorso. Quindi continuiamo, per ora, ad affermaci ancora di più sul nostro zoccolo duro. Poi si vedrà: se cresce l’azienda, aumenta anche la possibilità di scelta da presentare al cliente finale.
È nato tutto a Milano. Quanto continua ad influire questa città su Dolly Noire?
Milano è una delle città fondamentali per far crescere la propria realtà di business, che sia nell’abbigliamento o in qualsiasi altro settore, dal giornalismo alla musica. Quello che noi stiamo facendo, ad oggi, è di ragionare in chiave e ottica italiana. Più in la cercheremo di espanderci anche in Europa…
Dolly Noire è molto legata al mondo della musica, collaborando con diversi artisti. Qual’è l’obiettivo più importante raggiunto e, in futuro, con chi vi piacerebbe collaborare?
L’artista che ha creduto in noi è stato Salmo. Un paio di anni fa abbiamo preso parte al suo video “L’alba”: sicuramente è stato uno tra gli endorsement più importanti. Non da meno le collaborazioni con Clementino, Ensi e Slait che, da due anni a questa parte, è il nostro dj ufficiale. A livello concettuale e strategico, invece, ci piace supportare soprattutto i producer che portano qualcosa di fresco, come Boss Doms. Dolly Noire strizza l’occhio ai nuovi talenti!
Quanto sono importanti i Social, nello specifico Instagram, per un brand?
I social per i brand sono più che fondamentali. Sono la testimonianza, la prova concreta e “digital” di quello che facciamo. Credo fortemente che se un brand investe, fa e disfa, deve metterlo in mostra. Un errore che fanno in tanti, invece, è quello di fare il contrario. Perché non far vedere il proprio risultato a miliardi di persone invece che solo e soltanto ad una cerchia ristretta?
Se la vostra storia fosse una canzone.
Bella domanda! Mmh… “Aspettando il sole” di Neffa, senza dubbio.
A quale proposta azzardata risponderesti Why Not?
Se mi dovessero chiedere “Dolly Noire è solo un brand di abbigliamento o potrebbe essere anche altro?”, beh risponderei che potrebbe essere qualunque cosa: un locale, un ristorante, un brand di design… WHY NOT?
Photo: Gianluca Caldara