L’industria della moda, negli ultimi anni, è stata praticamente travolta da una rivoluzione; i creative director non restano al vertice di una Maison per più di vent’anni, diventando il sinonimo stesso dell’essenza di un brand.
Nel gennaio 2015, avviene il primo addio clamoroso: Frida Giannini abbandona Gucci, lasciando spazio al suo braccio destro Alessandro Michele, che rivoluzionerà in maniera sorprendente l’immaginario estetico del brand. Si aggiungono alla lista anche Alexander Wang, da Balenciaga nel Luglio del 2015, sostituito pochi mesi dopo da Demna Gvasalia (direttore creativo di Vetements) e Raf Simons, che dice addio a Dior.
Ma è solo l’inizio: Alber Elbaz si separa da Lanvin, Massimiliano Giornetti lascia Ferragamo ed Hedi Slimane abbandona Saint Laurent. Francisco Costa e Italo Zucchetti, a distanza di pochi giorni, lasciano Calvin Klein, posizione che verrà ricoperta da Simons. Anthony Maccarello, da Versus Versace a Saint Laurent. Maria Grazia Chiuri dice addio a Valentino in favore di Dior, Bouchra Jarrar sostituisce Elbaz presso Lanvin, Jonathan Saunders subentra ai piani alti di Diane Von Furstenberg, mentre Karl Lagerfeld si presenta alla chiusura della sua sfilata per Chanel a Cuba indossando una giacca tempestata di lustrini colorati, disegnata da Slimane.
Ma, in un panorama fragile e frammentato, i colpi di scena sembrano non avere mai fine: di pochi giorni fa, la nomina di Haider Ackermann presso Berluti e l’addio di Arthur Arbesser ad Iceberg.
Se siete confusi da questo trambusto, non disperate: nss mag, in un’epoca dominata dalla rapidità di internet e dei social media, ha messo a disposizione una FASHION MAPPER illustrata da Marcello Pisano; la mappa di una città (virtuale), in cui ogni palazzo rappresenta una Maison e gli abitanti sono i rispettivi designer.