Laïoung, pseudonimo di Giuseppe Bockarie Consoli, è un giovane leone nato a Bruxelles nel 1992. Rapper e producer, negli ultimi anni ha viaggiato molto, permettendogli di maturare di città in città, dall’Italia al Canada. Senza soldi, ma col sogno di vivere di musica.
“Non avevo niente, solo l’hip hop…” Laioung è cresciuto in una famiglia di musicisti: suo padre è un polistrumentista, suo zio un chitarrista e sua madre una vocalist. Proprio per questo, per capire davvero a fondo la sua musica, è assolutamente necessario conoscere la sua vita.
Nel 2012 fonda la RRR Mob, un collettivo musicale nato in Italia e interamente composto da ragazzi di seconda generazione, meticci o figli di immigrati.
Tutte le tue canzoni sono percorse da una caratterizzazione che potremmo definire geografica e sei considerato un emergente della scena rap italiana, ma in realtà di emergente hai poco. Parlami del tuo background e delle tue influenze…
Mia Madre è sierraleonese e mio padre è pugliese. Io invece sono nato a Bruxelles… in pratica sono cresciuto come cittadino del mondo. Mio padre mi ha insegnato a trarre qualcosa da ogni genere musicale. A casa mia si è sempre ascoltata molta musica diversa, dal rock dei Led Zeppelin a Ray Charles, poi tanto r’n’b e soul. Il rap è venuto dopo, è arrivato con la strada. Sono queste tutte le mie influenze. Ti dirò di più… ti ho citato questi nomi perché sono dei classici e credo fortemente che tra qualche anno, se dovessero fare questa intervista ad uno più giovane di me, ti dirà Lil Wayne. Si, Lil Wayne perché è cultura moderna, americana che si studierà negli anni.
Parlami di Veni Vidi Vici: come nasce questo album e come si è sviluppata la sua lavorazione?
Il mio obiettivo è stato produrre un disco dalle sonorità internazionali. Per me sono come due album in uno. La prima parte è uscita da indipendente e l’ho registrata tutta a Toronto. Dopo la pubblicazione di “Giovane Giovane” è aumentato l’hype intorno a me. Così, la seconda parte di Ave Cesare – Veni, vidi, vici è stata interamente registrata a Milano. Da indipendente avevo ottenuto riscontri molto positivi e con Sony Music abbiamo deciso di fare le cose per bene. Questo è il mio riscatto sociale.
“6.000 euro o non vengo”: quant’è importante riscattarsi e poter dire “ce l’ho fatta”?
L’aneddoto è apprezzare tutto quello che può succederti, da situazioni catastrofiche a quelle di povertà. Io devo ringraziare i problemi che mi son stati tirati addosso durante la mia vita: grazie a loro ho portato a termine un sacco di missioni. Sapevo di farcela, sapevo che sarei arrivato fino a qui… non so come, ma lo sapevo. Sono riuscito ad evolvermi guardando al passato, apprezzando ogni piccola cosa che incontravo per la mia strada. Non cambierò, resterò la persona vera di sempre. Ho vinto: ho investito tutto me stesso da indipendente a 360 gradi… e non sono costruito.
Quanto è importante l’autoproduzione e perché hai scelto questa strada? Sei un artista che ci mette tanta cura nella musica, dai testi alle produzioni. “Fare quello che voglio” è un po’ il tuo status symbol…
Nessun altro professionista sa farlo come vorrei io. Per non affidarmi ad altri, sono diventato un mostro nel controllare la tecnologia e nell’esprimermi attraverso di essa. Certo, vado in studio per registrare le voci e fare il master, però per il resto ho le mie tecniche e mi attengo a quelle. Lo faccio sembrare facile, ma non lo è. Questa per me è come una scuola ed io sto cercando di insegnarlo ai miei fratelli. Sono sempre alla ricerca di nuovi talenti: per me il trucco è collaborare, darsi una mano… ognuno deve poter dare e fare qualcosa. Insomma, l’unione fa la forza.
Hai all’attivo numerose collaborazioni, sia in Italia che all’estero… qual’è stata la più importante a livello personale e con chi vorresti collaborare in futuro?
La più importante è sicuramente quella con Fabri Fibra. Porta un’energia positiva, pazzesca! In più è davvero una grande persona. Lui ci insegna l’hip hop con tutta l’umiltà di questo mondo… e io devo molto all’hip hop, mi ha salvato. In futuro, invece, vorrei poter curare un intero progetto di Jovanotti, naturalmente sotto la sua libertà artistica.
Inoltre, che progetti hai? Sei al lavoro per il disco della tua crew, RRR Mob; puoi anticiparci qualcosa?
Per quanto riguarda la data di uscita è ancora un punto interrogativo, ma le tempistiche sono più che perfette… il disco della RRR Mob è praticamente concluso, con tanto di master consegnato. Stiamo curando tutto nei minimi particolari, dai video ai live passando per il merch, che voglio diventi un movimento vero e proprio!
Sneaker preferita? Dr. Martens, quelle alte, senza dubbio! Sono le scarpe che sognavo da povero. Adesso cerco di abbinarle nel miglior modo possibile al mio stile, ma per fortuna le prendo sempre in total black e questo mi aiuta tanto! (ride)
A quale proposta azzardata risponderesti WHYNOT?
Faresti mai un featuring con qualsiasi artista? Magari una posse track. Io direi: si, sono pronto. Vorrei che la scena italiana fosse tutta unita. Dobbiamo far capire all’Europa che spacchiamo, che le nostre sonorità possono competere a livello internazionale, anche con quelle americane. Perciò faccio un appello: 8 barre a testa, la produzione è di Laioung. Abbiamo la personalità per farlo, lasciamo stare le bambinate. Portiamo questa Musica oltre.