Due anime in una collezione in cui romantico e militare, oro e cipria, maschile e femminile si fondono in una personale visione di contemporanea eleganza. Perché l’ispirazione per Alberto Zambelli deriva dal cinema, in particolare da due film che raccontano due vite: quella di Maria Altmann, nipote di Gustav Klimt, nella Vienna degli anni ’40, in “The Woman in Gold”, famosa perché riuscì dopo una battaglia legale a ottenere indietro cinque quadri di Klimt che erano stati saccheggiati dai nazisti e che per più di cinquant’anni sono stati esposti al Belvedere di Vienna; e quella nella Copenaghen degli anni ‘20 del pittore Einar Wegeren in “The Danish Girl”, la prima persona nella storia a sottoporsi a un intervento chirurgico di riassegnazione sessuale e ad essere identificata come transessuale.
Per l’autunno inverno 2016-17 abbiamo cappotti oversize in alpaca spalmata su silhouette verticali di velluti corduroy e tulle trasparenti decorati da macropailettes. Abiti tunica, gonne longuette giacche a matita. Figure allegoriche fregiano capi di derivazione militare, intarsi di materiali e toni diversi diventano arabeschi in curve ingenue e rigogliose. Così come preziosi jacquard Art Nouveau vengono sovrastampati con vitaminiche geometrie che rimandano a tele klimtiane.
Un mix kaleidoscopico tra tagli laser, borchiature metalliche che contrastano tulle piumati e ancora, jaspe’ tweed maschili, twill di seta e doppi crêpe, in una palette che comprende bianco, nero, cipria, senape e oro Klimt.
Alberto Zambelli vive e lavora fra Milano, Tokyo e Shanghai perché oltre alla propria collezione, crea collezioni per il mercato giapponese e coreano. Il focus è su una donna dai tratti sofisticati ed eleganti contraddistinti da una grande ricerca di materiali, da una pulizia di linee e da un rigore sartoriale.