Dal carcere all’alcool, passando dalle droghe agli antidolorifici e la paralisi transitoria dovuta ad un incidente. Pensava di dover mollare la musica, Micah P. Hinson, ma lo spirito, ancora una volta, ha cominciato a bussare alla porta della sua esistenza.

Durante l’ottava edizione del San Salvario Emporium, tenutosi domenica 24 maggio a Torino, ho avuto il piacere di fargli due domande, dopo aver assistito al suo Live, attraverso un folk tanto graffiante quanto piacevole ed interessante.

Quanto ha influenzato il luogo in cui sei nato sulla tua musica?

Non ha influenzato in nessun modo. Ogni volta che registro o vado a suonare lo faccio in maniera diversa, a modo mio, faccio ciò che mi piace fare. This is the way.

Quando e come hai iniziato a far musica?

A 10 anni mio papà mi ha regalato una chitarra, da li ho scritto la mia prima canzone registrandola in studio. E’ partito tutto da li.  Poi, guardando in faccia il male capisci il reale e profondo valore del bene, e tutto questo mi ha “formato” per gli anni a venire.

Se dovessi scegliere un posto dove suonare per l’ultima volta:

Suonerei per l’ultima volta all’Union Chapel di Londra, dove ho sposato mia moglie. Desidererei questo.

Come deve essere un cantante folk per essere definito tale?

Folk è avere una chitarra acustica, una voce. Ma è anche un’esperienza, perché mi ha aiutato ad essere migliore, ma non mi ha salvato. Fare questa musica significa prendere le idee di chi mi ha preceduto e adattarle ai nostri tempi, al pubblico di oggi.

Oltre alla chitarra e alla voce cosa ti porti ad un concerto?

Oltre alla mia chitarra e alla mia voce, se ho la disponibilità, ho un pianoforte… e mia moglie che mi accompagna con la batteria! Ogni tanto, come in Spagna, ho avuto modo di essere affiancato da altri musicisti. Ma credo fortemente che quando si va in tour sia importante portare ciò che hai creato a casa e in studio, la tua musica. Poi la solitudine è la mia dimensione, in realtà.

Quale canzone ha accompagnato la tua adolescenza?

Probabilmente Something in the Way dei Nirvana che ho suonato anche questa sera, anche se ho ascoltato tanto i Joy Division e gli Smashing Pumpkins. Ma Kurt Cobain era un vero scrittore, ha raccontato il vero. Un fottuto genio. Nevermind cantato e suonato con solo voce e chitarra… cosa c’è di meglio?

A quale proposta azzardata risponderesti WHYNOT?

La mia credenza. La mia spiritualità. Quando tocchi il fondo cerchi qualcosa di superiore a cui aggrapparti. A questo risponderei “WHYNOT?”

 

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