Il marchio made in Italy Michele Lopriore è pronto a sbarcare a Miami con uno store nel nuovissimo Brickell City Centre.
Dopo decenni di lavoro e di successi in Europa e all’estero, Michele Lopriore guarda dritto all’America e annuncia il battesimo della prima boutique a Miami, all’interno del nuovissimo mall nel cuore di Brickell. Il brand milanese festeggia trent’anni dal suo primo negozio in piazza Cadorna 4 a Milano e si prepara a un’importante crescita per il futuro. Nonostante la forte presenza sul territorio nazionale, l’omonimo fondatore conferma l’estero un mercato chiave per il made in Italy. E ha svelato a WhyNot Mag un ambizioso progetto con un focus sul Medio Oriente.
Trent’anni di lavoro e di successi per un perfetto risultato che combina l’eccellenza artigianale del ‘fatto a mano’ con l’eleganza e la ricercatezza. Com’è iniziato questo lungo percorso nella moda?
È iniziato tutto per una necessità lavorativa, strada facendo ho avuto poi degli ottimi risultati grazie, probabilmente, a un forte intuito e alla perfezione della mia attività. E al tanto lavoro. Ho sempre cercato, anno dopo anno, di migliorare la qualità della calzatura. Abbiamo aperto il primo negozio a Milano trent’anni fa e pian piano siamo riusciti a espanderci in Europa e all’estero, con oltre dieci punti vendita.
Chi è la donna che indossa le calzature Michele Lopriore?
Il nostro target femminile va dalla giovane a un’età media di 40 anni. Le nostre calzature sono alla portata di tutte con un gusto di qualità e colore del pronto moda attuale. Riserviamo una particolare attenzione ai canoni stilistici del fashion milanese. La donna Michele Lopriore è elegante e raffinata.
Oggi è affiancato dai suoi figli, Mike e Giada, che cercano di rimanere ben ancorati all’heritage della maison. Cosa consiglia alle nuove generazioni che aspirano alla dura conquista del fashion system?
Tentare, buttarsi e dedicare, purtroppo, parecchie ore al lavoro. Solo così sarà possibile ottenere i giusti risultati. Bisogna rischiare e metterci tanto del proprio, fare continue ricerche e non arrendersi mai, nonostante non sia così facile. Se uno ama il proprio lavoro ci riesce.
Con l’apertura della prima boutique a Miami consolidate la presenza del marchio Oltreoceano. Qual è il rapporto del consumatore americano con il made in Italy?
Geniale. Grazie all’aiuto di mio figlio, che fortunatamente ha studiato in America e conosce bene l’inglese, abbiamo deciso di guardare oltre il mercato italiano. Se non fosse stato per il suo contributo, sia lavorativo che di conoscenza della lingua, né io né mia moglie, forse, ci avremmo mai pensato. Il mercato estero offre di più perché il made in Italy è molto apprezzato e richiesto; ha un valore inestimabile. Questa sarà per noi una vetrina importante che ci darà l’opportunità di rafforzare l’immagine del marchio internazionalmente.
Altri programmi per il futuro?
Stiamo considerando, insieme a mio figlio, di aprire un nuovo store in un centro commerciale a Dubai.
Intervista a cura di Anna Rita Russo